Villa Longari Ponzone – Letizia

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I Longari Ponzone e Villa Letizia

I Longari Ponzone sono una nobile famiglia casalasca che produsse numerosi Decurioni nel Corpo Municipale della Terra Separata di Casalmaggiore, di cui Rivarolo del Re ha sempre fatto parte fino all’inizio del 1900. Nel paese hanno costruito diverse dimore, dal grande impatto artistico. In particolare, villa “Letizia”, chiamata così dal nome della sua antica proprietaria.

Il giardino che costituisce l’area verde in dotazione alla villa è delimitato da una rete metallica con una fitta siepe arborea e arbustiva, che lo rende solo parzialmente visibile all’esterno. L’accesso alla strada comunale è chiuso da una cancellata in ferro battuto sostenuto da pilastri circolari di cotti a costa sagomati sormontati da pinnacoli a pigna. Il contrasto cromatico fra il materiale edilizio e la cortina prodotta dai bambù crea un angolo suggestivo e, soprattutto, un riparo da occhi indiscreti.

Il lato prospiciente la via comunale Ferrante Aporti, includente l’ingresso alla villa, era un tempo costeggiato dal canale Comula, quindi si accedeva alla villa da un ponticello in cotto. Poi la Comula è stata deviata dietro il paese e l’ingresso alla villa ora è questo. All’interno, il giardino risulta diviso dall’edificio residenziale, di gusto e realizzazione ottocenteschi, in due parti tra di loro collegate da un grande portico passante in posizione centrale e da un passaggio laterale.

 

La costruzione

Villa Longari Ponzone Brichetto-Moratti, nota anche come villa Letizia, è una bella costruzione d’impianto settecentesco. Il corpo principale residenziale ha una sobria facciata che si sviluppa su due piani, con due lunghe file di finestre. Al piano superiore si accede per mezzo di una bella scala a doppia rampa con balaustre in cotto e colonne. La facciata è tinteggiata color arancio albicocca e ornata da una cimasa curvilinea. Davanti al corpo residenziale vi è un delizioso pergolato di vite e un giardino con vialetti. La villa è di proprietà della famiglia Brichetto Arnaboldi e Guida i genitori di Letizia Moratti, ex sindaco del comune di Milano.

 

Il giardino

L’articolazione del giardino di tipo modulare e la rete dei sentieri disposta secondo una ripartizione ortogonale richiamano le caratteristiche stilistiche del classico giardino all’italiana. L’impianto originario è contemporaneo alla villa e pur nei rifacimenti avvenuti nel tempo conserva la struttura e gli arredi ottocenteschi. Il comparto del giardino antistante l’edificio, ombreggiato da pini, robinie, bambù e magnolie, è occupato da due aiuole circolari: una coltivata a rose da taglio e l’altra più estesa a prato, al centro si innalza la statua in terracotta di Bacco, che reca impresso il marchio di fabbrica di famiglia (ing. Longari Ponzone – Forni Hoffman).

Questa e le altre terracotte collocate nello spazio verde con scopo decorativo documentano il vasto campionario della produzione di queste fornaci locali, che rimasero in funzione dalla metà dell’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento. Sul viale ghiaioso corre rettilineo e parallelo all’edificio un pergolato di vite, che appare nelle vecchie foto della villa di inizio Novecento.

Più estesa l’altra parte del giardino, cui si accede o per il viale laterale o per il porticato, quest’ultimo abbellito dai manufatti in terracotta prodotti dalle fornaci di famiglia; busti di Dante, Petrarca, Ariosto, Torquato Tasso, Ippolito Longari Ponzone, un bassorilievo raffigurante la “morte di Socrate” e un Putto inginocchiato su cuscini e vasi. Questa parte di giardino presenta una forma rettangolare articolata in scomparti geometrici da un viale in ghiaia che fiancheggia parallelo la villa, ombreggiato da doppio filare di carpini e abbellito sempre da vasi in cotto con oleandri e da altri due sentieri che lo tagliano perpendicolarmente. Uno di questi, delimitato da siepe, crea una veduta prospettica il cui punto focale è rappresentato da una statua di dea in terracotta, oltre il quale svettanti pioppi cipressini segnano il confine estremo della proprietà. Un’altra veduta suggestiva si apre in corrispondenza dell’uscita dal porticato: qui un vialetto interno conduce ad un aiuola circolare fiorita al cui centro troviamo un’altra statua, aiuola isolata da una siepe di Lauro con la duplice funzione di contorno e di ornamento ma anche di mascheramento della piscina.

Le piante presenti sono sia specie diffuse nella zona come pioppi, salici, noccioli, querce e alberi da frutto ma ci sono anche alcune specie più particolari come l’Arundinaria, la Magnolia grandiflora, la Magnolia soulangeana, e il cedro del Libano. Rose, ortensie, ibischi e oleandri completano i colori del giardino e il lavoro del custode.