La storia
Villa Medici del Vascello deriva da un fortilizio eretto agli inizi del Quattrocento su volontà di Cabrino Fondulo, Signore di Cremona. In origine, la pianta era di forma quadrangolare con una torre in ogni angolo, fornita di merlatura ghibellina a coda di rondine per garantire il riparo dei soldati.
Nella seconda metà del Quattrocento, dopo il passaggio al ducato di Milano, venne meno la vocazione difensiva del complesso e si diede inizio al processo di trasformazione che portò la rocca a trasformarsi in villa. Ciò fu incentivato soprattutto nel periodo in cui visse Cecilia Gallerani, la celebre Dama con l’ermellino ritratta da Leonardo da Vinci, amante di Ludovico il Moro e moglie del Conte di San Giovanni in Croce Ludovico Carminati. Dopo le progressive ristrutturazioni, dell’originario fortilizio quattrocentesco si conservano ora solo la scarpa di base e le torri angolari merlate del fronte meridionale. Nell’ultimo secolo la villa vide il susseguirsi di varie proprietà nobiliari, fino ai Medici del Vascello. Non fu più stata abitata dal 1945, e conobbe un periodo di abbandono e decadimento, fino a giungere al 2005, anno in cui la proprietà fu acquisita dal Comune di San Giovanni in Croce, che diede anche inizio alla ristrutturazione di tutto il complesso.
Il giardino
Famoso per bellezza e particolarità è il giardino retrostante la villa, un’idea di Giuseppe Antonio Vidoni-Soresina, principe nel 1817. È un tipico esempio di giardino romantico all’inglese, un parco di 105.000 m2 in cui spiccano edifici e paesaggi esotici: oltre al lago, un tempo palcoscenico di memorabili regate, possiamo trovare rovine gotiche, una pagoda cinese, un tempio indiano, una capanna olandese e un tempietto dorico, un padiglione giapponese e uno rinascimentale. Il parco conserva al suo interno anche una piccola rarità ambientale: una garzaia (unica nella provincia di Cremona e una delle poche garzaie urbane d’Italia) abitata da circa 50 coppie di tra airone cenerino, garzetta e nitticora. Inoltre, risultano notevoli alcuni alberi pluricentenari, quali una ginkgo biloba, la cui piantumazione è da collocarsi nei primi anni dell’Ottocento.