Museo del Bijou di Casalmaggiore

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Museo del Bijou
Il Museo del Bijou di Casalmaggiore fu istituito nel 1986 per conservare e valorizzare il patrimonio storico-industriale del casalasco con l’esposizione degli oggetti d’ornamento e accessori prodotti dalle diverse fabbriche di Casalmaggiore tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’70 del Novecento. La città, infatti, per quasi cento anni è stata la capitale del “gioiello dei poveri”: non oro, né argento, appannaggio delle classi sociali più elevate, ma una produzione intensissima di oggetti di bigiotteria creata con “l’oro matto”, il nome del materiale con cui venivano prodotti gli oggetti. L’industria del bijou era quindi molto sviluppata e rappresentava una fonte primaria dell’economia di Casalmaggiore. Proprio per questo l’intento del museo è quello di trasmettere in toto l’universo dei bijou, comprendendone anche i metodi di creazione e i macchinari utilizzati. Oltre ai bijou veri e propri, infatti, le sale espongono anche gli attrezzi e i macchinari con cui si producevano i manufatti, accompagnati da fotografie e documenti storici, immagini e schede tecniche che aiutano i visitatori a conoscere tutti i particolari di questo lavoro, offrendo descrizioni, approfondimenti e curiosità, documentando quello che fu un fenomeno industriale pressoché unico in Italia.

La storia del Bijou di Casalmaggiore
La produzione di bigiotteria a Casalmaggiore, oggi cessata, rappresenta l’unica esperienza di questo tipo in Italia che abbia assunto dimensioni industriali. Tutto cominciò da una piccola bottega artigiana, di proprietà dell’orafo Giulio Galluzzi che, avendo messo a punto la tecnologia del “placcato-oro”, intorno al 1880 avviò le esportazioni di gioielli in metallo non prezioso che imitavano prodotti d’oreficeria. La produzione in serie facilitò il processo, consentendo il moltiplicarsi dei laboratori e la fondazione di nuove fabbriche. Nonostante la presenza di industrie europee e nordamericane già consolidate e affermate sui mercati mondiali, Casalmaggiore riuscì a conquistarsi una nicchia di mercato che andava dal sud America al Medio Oriente. Nei primi anni ’30, dopo che le tre maggiori imprese operanti a Casalmaggiore (Federale, Galluzzi e Maffei) erano confluite nella nuova Società Anonima Fabbriche Riunite Placcato Oro, accanto al bijou d’imitation iniziò la produzione di bigiotteria “fantasia”, fatta di forme e materiali nuovi, fortemente legata alla moda e influenzata dai fatti sociali, sportivi, politici, bellici, militari, religiosi.
È a quest’epoca che risale anche la diversificazione della produzione: non più solo bigiotteria, ma ora si producono anche portasigarette, portacipria, portarossetto, oggettistica e medaglistica pubblicitaria e devozionale, soprammobili, servizi da scrittoio. La diversificazione che permette una maggiore penetrazione nel mercato e si accentua nel dopoguerra: il 1945 è l’anno dell’entrata in produzione degli occhiali da sole, cui successivamente si aggiungono radio, registratori, televisori e, infine, motori elettrici. Sono gli anni in cui la denominazione stessa della ditta cambia, sostituendo con la denominazione Fabbriche Industrie Riunite (FIR)la vecchia Fabbriche Riunite Placcato Oro.
Nella metà degli anni ’70 ci fu la completa conversione della produzione aziendale, che comportò la chiusura delle linee della bigiotteria. L’intero campionario della bigiotteria di Casalmaggiore rischiò seriamente di andare disperso, se non fosse stato per l’intervento dell’Associazione Amici del Bijou di Casalmaggiore (costituita in prevalenza dagli stessi ex-dipendenti) che si attivò per la costituzione di un museo di archeologia industriale entro cui riordinare la raccolta, arricchendola attraverso il recupero di documenti, stampi, attrezzi da lavoro e macchinari.
Il patrimonio, donato al Comune nel 1985, è stato allestito nel 1996 presso la sede attuale, appositamente ristrutturata, che occupa una superficie di circa 400 metri quadrati nel piano seminterrato del settecentesco Collegio barnabitico di Santa Croce.

Le collezioni presenti e la struttura del museo
Le collezioni museali sono divise concettualmente in tre sezioni: oggettistica, archivistica e tecnologica, anche se tale suddivisione trova solo parzialmente riscontro nel percorso espositivo. Nelle due gallerie principali che compongono il Museo sono collocati tutti gli oggetti appartenenti alla collezione: 20.000 provengono dalla donazione F.I.R. che ha portato alla costituzione del Museo, mentre circa 5.000 sono stati donati dalla ditta milanese La Bigiotteria S.p.A. nel 1992 e sono di recente restauro. Gli oggetti in galleria sono cuciti su pannelli che ricordano le antiche cartelle di campionario usate dagli uffici esposizioni e vendite delle fabbriche di Casalmaggiore e sono sistemati nelle teche espositive con un criterio alternativamente cronologico, tipologico o tematico. A fianco degli oggetti, sono collocati macchinari originali provenienti dalle antiche fabbriche di Casalmaggiore, attrezzi vari per la lavorazione della bigiotteria, antichi cataloghi, documenti e fotografie d’epoca che offrono uno spaccato della vita del distretto industriale casalasco della bigiotteria. L’esposizione permanente è integrata da due laboratori didattici e da uno spazio adibito a Centro di documentazione. La documentazione fotografica in scala 1:1 e la catalogazione informatizzata di ogni pezzo consentono una rapida individuazione anche degli originali non esposti.
Dal 2011, il Museo dispone di un’ampia ed elegante sala espositiva, in cui sono ospitate mostre e conferenze relative alla produzione contemporanea di bijoux, a singoli artisti o alla storia locale. All’interno del museo è anche presente un centro didattico, dotato di numerose attrezzature, nel quale si mostrano ed insegnano con corsi specifici, le tecniche artigianali storiche per la realizzazione della bigiotteria. La sale si trovano nel piano seminterrato dell’ex Collegio Santa Croce, edificio costruito dai Padri Barnabiti verso la metà del XVIII secolo.
Informazioni generali
Indirizzo
Via Porzio 9, Casalmaggiore (CR) – nel centro storico, a pochi passi dalla centrale Piazza Garibaldi

Orario d’apertura
Dal lunedì al sabato: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, con accesso dalla Biblioteca in Via Porzio 7
Domenica e festivi: dalle 15.00 alle 19.00

Ingresso
Intero € 3,00; ridotto € 2,50; visita guidata: € 35,00 per gruppo (max 25 persone);
Attività di laboratorio: € 3,50 ad alunno;
Visite guidate e attività di laboratorio si effettuano solo su prenotazione

Informazioni e prenotazioni
Telefono: 0375 284423 (Ufficio Cultura del Comune) fax 0375 200251
Web: www.museodelbijou.it; e-mail info@museodelbijou.it

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Le Terre Casalasche
Il Distretto delle Terre del Casalasco comprende i Comuni di Casalmaggiore, Casteldidone, Gussola, Martignana di Po, Torricella del Pizzo, Motta Baluffi, Scandolara Ravara, Rivarolo del Re ed Uniti, Spineda, San Daniele Po, Cingia de’ Botti, San Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, San Martino del Lago, Voltido. Si sviluppa entro l’area del Casalasco, un territorio dalle numerose potenzialità economiche, turistiche ed ambientali, la cui esplicazioni in termini di sviluppo e visibilità sono ancora tutte da attivare.