Ecomuseo Valli Oglio Chiese

0
368

L’Ecomuseo 

L’Ecomuseo delle Valli Oglio Chiese è un progetto che non si limita ad esporre ai visitatori gli oggetti e gli utensili tipici della vita contadina di un tempo, ma che attinge anche alle radici più profonde e significative di questa epoca passata, preservandone anche l’atmosfera , l’ambiente, il territorio e lo stile di vita.

Proviamo a intendere un museo come l’esposizione dell’arti che, di norma, è la produzione dell’intelletto che si esplica in forma concreta o astratta per fornire piacere ed allietarne i sensi. Allora anche il lavoro e la quotidianità possono diventare una significativa riunione delle arti, quando queste sono il percorso mentale e manuale che si compie per escogitare mezzi e strumenti con il fine di vivere nel miglior modo possibile ed in armonia con il mondo.

 

Il recupero delle tradizioni e di uno stile di vita antico

Il soggetto dell’Ecomuseo viene così ad essere l’uomo, collocato nella bassa padana, in un areale non particolarmente definito fra i fiumi Oglio, Chiese e Po’.  È seguendo questa missione che l’Associazione dell’Ecomuseo ha cominciato ad archiviare, studiare, esporre e proporre tutto ciò che faceva parte della vita quotidiana, nella sua normalità e nella sua eccezionalità, in un mondo poco mutato sino all’avvento della meccanizzazione: ecco che lo stesso territorio agrario con le sue attività, gli artigiani, i pochi opifici, i commercianti, il clero, le istituzioni, diventa un bene prezioso da esporre, mostrare. Perché è proprio dal territorio, per ogni comunità un “piccolo mondo” con una geografia limitata, poco consapevole di quello che avveniva nel resto del teatro del mondo, che si deve partire, per non dimenticare le proprie radici, soprattutto come punto di partenza, serbatoio disponibile per poter leggere cosa siamo oggi: da dove vengono i disegni dei nostri edifici, dei campi, della lingua, della cucina, del lavoro, pescando così in quell’immenso accumulo di storia e di tradizioni che i secoli passati ci hanno lasciato in eredità.

L’Ecomuseo, con sede nella Cascina Concezione di via Cairoli di Isola Dovarese, è il luogo del casalasco dove poter vedere gli edifici rurali, il reticolo idraulico, i campi baulati, i resti della centuriazione romana, ma poi anche le memorie, i canti che accompagnavano il lavoro ed i momenti di gioia, i proverbi, le fiabe. Non viene dimenticata nemmeno l’agricoltura nel suo specifico, con le varietà botaniche alimentari e non, gli animali allevati per essere strumento/aiuto  ed alimento, le tecniche di produzione, i prodotti. Infine gli oggetti : carri, aratri, ma anche tavoli, piatti, scodelle, pentole, stimoli e provocazioni per vedere la vita nella lenta quotidianità prima che la “rivoluzione industriale” del primo dopoguerra spopolasse prima lentamente e poi velocemente le campagne.

 

Il paesaggio agrario e l’agricoltura

Per paesaggio agrario si intende la natura, la geomorfologia trasformata nei secoli dall’uomo secondo regole e processi distribuiti nel tempo, studiati ed applicati secondo la tipologia del terreno e della sua capacità produttiva. Nel casalasco significa l’equilibrio con gli elementi, soprattutto l’acqua, che caratterizza la pianura medio padana, nel reticolo idraulico costruito nel tempo a partire dall’epoca epoca romana, quando l’imperatore Ottaviano Augusto, inviando in questi luoghi i veterani più meritevoli, intendeva colonizzare e premiare uno dei territori più fertili di tutto l’impero. Di questa colonizzazione romana rimane oggi la traccia nella centuriazione.

Fu poi il medioevo, con le bonifiche costruite su base scientifica dai monasteri, a rendere caratteristico quello che noi oggi abbiamo davanti agli occhi. Ma c’è anche molto altro: i campi baulati, caratteristici nella zona a sud della provincia di Cremona, le grandi aziende agricole evidenziate  poi dai primi anni del XIX secolo nella cascina a corte chiusa cremonese, i piccoli poderi del mantovano o del sud bresciano.

Il paesaggio agrario è l’impronta fondamentale di questo Ecomuseo, fuso con il reticolo idrografico naturale ed artificiale, che ne caratterizza l’immagine. I campi baulati e  le rogge, le coltivazioni di mais o di frumento o ancora i prati di erba medica o stabili, con tutte le varianti agronomiche costituiscono il fondamento di un paesaggio agrario. I nuovi allevamenti intensivi fatti di grandi numeri, dove i disciplinari di produzione impongono modifiche paesaggistiche notevoli. Si pensi ai disciplinari di produzione del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano i quali uno prevede in massima parte l’altro in minima parte la presenza di insilato di mais, con le relative messe a cultura in una zona particolarmente ridondanti in altre appena accennate.

 

I laboratori didattici

Laboratorio dei bon bunin: Il laboratorio consiste nelle operazioni che precedono la cottura del biscotto che veniva prodotto nel periodo di carnevale. Quindi manipolazione della farina, burro e zucchero, la formazione dei biscotti ed infine la cottura. Nel periodo di attesa della cottura visita alla cascina, all’orto, alle case di contadini.

Laboratorio dell’orto: dall’inizio della primavera si cominciava a preparare l’orto per la semina o per mettere a dimora le piantine di insalata. Il laboratorio si prefigge di far seminare e piantare in piccoli vasi che i bambini si porteranno a casa, costruendo il percorso della nascita e dello sviluppo di una importante parte alimentare dei contadini, con un particolare contributo della pazienza.

Entrambi i laboratori chiedono un contributo di 3€ per bambino.

 

Info Generali

Associazione Ecomuseo delle Valli Chiese Oglio ONLUS

Sede legale: via Garibaldi, 3 – 26031 – Isola Dovarese (Cr)

Sede operativa: via Cairoli, 32 – 26031 – Isola Dovarese (Cr)

Telefono: 0375 946197

Mail: info@ecomuseoisola.it

Previous articleMuseo del Bijou di Casalmaggiore
Next articleMuseo dei cordai di Castelponzone
Le Terre Casalasche
Il Distretto delle Terre del Casalasco comprende i Comuni di Casalmaggiore, Casteldidone, Gussola, Martignana di Po, Torricella del Pizzo, Motta Baluffi, Scandolara Ravara, Rivarolo del Re ed Uniti, Spineda, San Daniele Po, Cingia de’ Botti, San Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, San Martino del Lago, Voltido. Si sviluppa entro l’area del Casalasco, un territorio dalle numerose potenzialità economiche, turistiche ed ambientali, la cui esplicazioni in termini di sviluppo e visibilità sono ancora tutte da attivare.