Il 31 ottobre scorso è stata inaugurata la mostra “I meloni, la lince, le zanzare. Martino Fiorattini, visionario padano”, l’esposizione dei quadri dipinti da Martino Fiorattini, che potranno essere ammirati dai turisti fino al 10 gennaio 2016 presso le sale del Museo Diotti di via Formis 17, a Casalmaggiore.
Fiorattini (1928-1997) è stato un gran lavoratore, uno di quelli che sapeva bene cosa fosse la fatica, che col sudore della fronte ha coltivato per decenni i famosi meloni di Casteldidone, luogo dove viveva. Ma è stato dopo i cinquant’anni che la vita gli ha riservato una la scoperta di una grande passione, quasi incontenibile: quella della pittura, tanto forte da distoglierlo spesso dalle sue normali occupazioni.
L’ispirazione gliela diedero Ligabue, poi Picasso, poi soprattutto Van Gogh, con la scoperta del Pointillisme, dei Fauves e dei pittori del Die Brücke, prima imitati e poi trasformati, ricreati secondo la propria ispirazione, con la creazione di uno stile personale e differente. Queste influenze artistiche sono state utilizzate per comporre quei paesaggi, quei soggetti della Bassa che da sempre sono stati la vita di Martino: ecco che sulle tele prendevano vita paesaggi coltivati, cascine, edifici carichi di memoria, animali selvatici, fiori e frutti.
Martino Fiorattini, la cui scoperta si deve a Bruno Arcari, è un’autentica rivelazione e questa sua prima mostra personale, presentata da una grande studiosa dell’arte irregolare, Bianca Tosatti, non può che essere l’avvio della sua fortuna postuma.
La mostra è stata curata da Bianca Tosatti, con la collaborazione di Bruno Arcari e di Valter Rosa ed è promossa dal Comune di Casalmaggiore e dal Comune di Casteldidone, con la collaborazione della Galleria Spazio U. La mostra è accompagnata da un catalogo a cura di Bianca Tosatti e da un video a cura di Roberta Ronda.